
Colloqui di Fiesole sull'Europa. Un resoconto
L'incontro con Paolo Gentiloni a Castel di Poggio disponibile anche in video
L’Europa si trova ad un punto di svolta. Essa deve affrontare tre scelte esistenziali: mantenere il primato della sovranità nazionale o condividere la sovranità a livello europeo, a partire dalla sicurezza e dalla difesa? Perseguire una politica industriale nazionale basata sugli aiuti di Stato, con i rischi conseguenti per l’integrità del Mercato unico europeo, o mettere in campo una politica industriale accentrata finanziata in comune? Continuare con un modello di crescita tirata dalle esportazioni, sempre più vulnerabile in un mondo militarizzato, o favorire una crescita sostenibile promuovendo la ricerca e l’innovazione tecnologica?
In sostanza, seguire Mario Draghi creando un’Unione meglio attrezzata per le sfide di un mondo “a somma zero”, o cedere al sovranismo e al nazionalismo che condannerebbe alla irrilevanza un’Europa presa a tenaglia fra Stati Uniti e Cina?
A queste e altre questioni - dal ruolo dell’Europa in Africa alla transizione climatica, dai dazi di Trump ai dubbi sul riarmo - hanno cercato di rispondere Paolo Gentiloni, già Commissario europeo e Presidente del Consiglio italiano, Marta Dassù, direttrice di Aspen Institute, e Marco Buti, titolare della Cattedra "Tommaso Padoa Schioppa", Istituto Universitario Europeo, sotto la regia di Lina Palmerini, notista politica de Il Sole-24 ore, nella seconda edizione dei Colloqui di Fiesole sull’Europa organizzata da Fiesole Democratica venerdì 19 settembre, presso Castel di Poggio a Fiesole.
Ne è emerso un quadro di grande preoccupazione a causa della dicotomia fra la necessità evidente di “più Europa” e condizioni politiche in molti paesi europei che favoriscono l’affermarsi di risposte difensive più facili nel breve termine, ma contrarie all’interesse nazionale e europeo se si allarga l’orizzonte temporale. Nel dibattito con il numeroso pubblico è emersa anche una conclusione di metodo: scelte che hanno ramificazioni essenziali per la nostra e le future generazioni non possono essere prese dai governi e le istituzioni europee nelle chiuse stanze di Bruxelles. La maturità dei leader e delle classi dirigenti nazionali e europee si misurerà dalla capacità e dal coraggio di dibattere tali questioni nella pubblica arena, coinvolgendo in particolare i giovani.
Video
Un video dell'evento è disponibile nel sito di Radio Radicale.
28 settembre 2025