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Foto di Roberto Zuri

La variante al Piano regolatore per le Aree agricole di Fiesole

Continua il lavoro di FD di esame della pianificazione urbanistica del territorio fiesolano

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Nell’ambito dell'argomento principale che riguarda l'esame della vicenda del primo PRGC del Comune di Fiesole, la cui gestazione richiese ben 15 anni di lavoro, dal 1960 al 1974, la nostra Associazione intende dedicarsi ad approfondire un tema “complementare” che riguarda la pianificazione urbanistica nelle zone extraurbane del territorio fiesolano, circa l’80% dell’insieme comunale; complementare perché il primo PRGC approvato in via definitiva nel 1974 rinviò ogni decisione al riguardo, poi diventato tema urgente in relazione alla legge regionale, che impegnò le amministrazioni a provvedere in merito.

Sull’argomento del primo PRGC Fiesole Democratica ha organizzato un convegno che si è tenuto nel novembre 2024, giovandosi di un finanziamento della Fondazione CR Firenze, e pubblicato il “Quaderno di FD” dal tiolo Fiesole salvata. A seguire, è in progetto un esame degli esiti della variante alle zone agricole del territorio, sul quale confrontarsi con l’Amministrazione comunale: un argomento che il PRGC del 1974 decise esplicitamente di rinviare e che costituisce un notevole impegno in termini istruttori e di lavoro.

Le amministrazioni che si sono avvicendate nel tempo seguirono gli indirizzi di fondo del Piano Regolatore approvato in via definitiva nel 1974: salvaguardia del territorio extraurbano e di tutte quelle aree che per secoli erano state disegnate dal lavoro contadino, rinviando all’approvazione di un dettagliato Piano Particolareggiato che, rispettando l’assetto storico non ne impediva un nuovo utilizzo; ciò avvenne in via definitiva con una variante al PRGC nel 1984, in virtù delle citate decisioni di pianificazione e in forza di una legge regionale della Toscana, la n. 10/1979, che rappresenta un primo capitolo della pianificazione paesaggistica in Italia, prima della sua definizione formale avvenuta nel 1985 con la legge “Galasso”.

Nel 1979 l’Amministrazione Comunale affidò un incarico all'urbanista Gian Franco Di Pietro, scomparso di recente, che firmò appunto la “Variante al Piano Regolatore delle Aree Agricole del Comune di Fiesole”.

Il Piano di Di Pietro si inserisce in una vicenda urbanistica che abbraccia tutto l'arco collinare fiorentino, da Bagno a Ripoli a Sesto Fiorentino, aggredito, da un lato dall'avanzamento del fronte urbano, dall'altro dalla deruralizzazione (abbandono delle attività agricole e arrivo di nuovi residenti urbani). L'esito più originale di questa esperienza risiede nell'accurata lettura dei caratteri del paesaggio e del “costruito” rurale: una lettura che, sempre posta in un'ottica progettuale e finalizzata alla conservazione, estende il concetto di valore monumentale al territorio nel suo complesso. Piano paesaggistico ante litteram, la Variante di Fiesole contribuisce quindi ad aprire la strada alla pianificazione paesaggistica extraurbana della Toscana, oggi formalizzata nel Piano regionale redatto, in regime di “co-progettazione”, da Regione Toscana e Ministero dei Beni Culturali nel rispetto del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” nazionale.

Il Progetto sulla pianificazione urbanistica nel territorio fiesolano avrà quindi una seconda fase che consentirà di poter approfondire, a quarant’anni dalla sua definitiva approvazione, gli esiti delle scelte comunali di pianificazione. La cosiddetta “variante Di Pietro”, infatti, era prima di tutto il risultato di una puntuale ricognizione del patrimonio edilizio rurale e dello stato del paesaggio agricolo, con una specifica scheda con foto, disegni, raccolta di informazioni per ogni singola unità poderale.

A questo proposito si rammenta che la “deruralizzazione” degli edifici collocati in aree extraurbane era subordinata alla stipula di una convenzione in cui si enumeravano gli “obblighi” della proprietà privata, quali le modalità di ristrutturazione degli edifici, la tenuta del terreno con il mantenimento delle colture agricole e il consolidamento dei manufatti, nonché la gestione del sistema della raccolta delle acque e molto altro; tutti impegni assunti dalla proprietà in sede di stipula della convenzione e quindi appare di grande interesse, oggi, poter esaminare quali sono stati gli esiti del convenzionamento e apprezzare le differenze introdotte nel paesaggio agricolo fiesolano.

Per far questo occorre ripartire dalla schedatura effettuata, dalle convenzioni stipulate e dall’elenco degli edifici rurali: da sommarie notizie assunte, si tratta di circa 300 (su 400 circa) ambienti edilizi su cui si è intervenuti grazie alla variante. Si tratta, quindi di partire da un esame in sede archivistica; i rapporti, infatti, fra la nostra Associazione e l’Archivio Storico Comunale sono di natura assai collaborativa e questo renderà agevole un esame delle “carte” ordinate nell’Archivio, sia quelle amministrative, sia quelle di natura tecnica.

Mentre occorrerà, in una successiva fase, una ricognizione “sul campo” nei vari territori, con un impegno molto più marcato, che prevede sopralluoghi, contatti con le proprietà, redazione di una specifica scheda, redazione in sede di una sommaria relazione, foto e disegni. Per far questo serve poter disporre di specifiche professionalità che pensiamo di poter coinvolgere anche grazie ai contatti in corso con:

  • Comune di Fiesole

  • Archivio Storico comunale di Fiesole

  • Accademia dei Georgofili

  • Università di Firenze (Facoltà di Architettura)

  • Università di Firenze (Facoltà di Agraria)

  • Organizzazioni del mondo agricolo

  • AIAP, architetti del paesaggio

  • Comune di Bagno a Ripoli

  • Comune di Sesto Fiorentino

La seconda fase del progetto si concluderà quindi con la redazione di un secondo Quaderno di Fiesole Democratica e con la pubblica presentazione del lavoro svolto.

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